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18/07/2021

Inserito da Antonio Calabrese | 0 commenti
Consumo di suolo, dati critici per l'Abruzzo dal rapporto ISPRA. Forum H2O e SOA: stop consumo di suolo con legge senza deroghe

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Comunicato stampa del�18/07/2021

Sempre pi� suolo consumato in Abruzzo, ennesimo allarme dal rapporto ISPRA.

consumo del suolo 1 180721

Il 35,1% delle aree edificate e infrastrutture (19.000 ettari, pari a 27.000 campi da calcio!) situate in aree a rischio alluvione, il 12,6% a rischio frana; terza regione per occupazione della fascia costiera (36,8% del territorio antropizzato nei primi 300 metri dal mare).

Peggiore regione italiana per aumento % tra il 2019 e il 2020, con altri 246 ettari consumati pari a 350 campi da calcio!

Qualit� degli habitat in peggioramento. Poi 8,5 ettari antropizzati in pi� in un solo anno nei parchi nazionali. Perse oltre 200.000 tonnellate di carbonio tra il 2006 e il 2020.

Forum H2O e SOA: "altro che sostenibilit�, enorme vulnerabilit� rispetto ai cambiamenti climatici e si continua a voler costruire come a Pineto e Ortona. Serve stop immediato al consumo di suolo con legge senza deroghe, come suggerisce l'ISPRA."


In Abruzzo al 2020 risultano consumati�55.668 ettari di suolo pari al 4,99% del territorio regionale; di questi�246 ettari,�pari alla superficie di ben 350 campi di calcio,�sono stati antropizzati recentemente tra il 2019 e il 2020.

Sono tantissimi i dati contenuto nel ponderoso rapporto "Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2021" divulgato dall'ISPRA in settimana, documento che a nostro avviso tutti gli amministratori e i funzionari di comuni, province, regione, soprintendenze, aree protette ecc. nonch� di associazioni (in primis di costruttori), sindacati ecc dovrebbero leggere attentamente per gli enormi risvolti che ha sulla vita della comunit� abruzzese.

Scrive l'ISPRA, sull'aumento di suolo consumato tra il 2019 e il 2020:�"In termini di incremento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente (Tabella 34), i valori� pi� elevati sono in�Abruzzo (+0,46%), Molise (+0,37%),� Sardegna (+0,32%) e Veneto (+0,31%)".

Tra l'altro, scrivono i ricercatori: "Molise e Abruzzo sono le regioni che presentano valori superiori al doppio del dato nazionale sul consumo di suolo pro capite� rispetto all'aumento di consumo di suolo tra 2019 e 2020 (1,91 m2/ab contro 0,87 m 2 /ab)."

Se si amplia il periodo di riferimento prendendo l'arco temporale 2012-2020, l'aumento % di superfici artificiali in Abruzzo � di 2,65 contro una media di 2,13: si tratta della quarta regione italiana per aumento.

L'ISPRA stigmatizza il fatto che�il consumo di suolo continua ad aumentare nonostante la popolazione diminuisca�(nella regione si registra, infatti, una diminuzione della� popolazione residente di oltre 6.700 abitanti e un incremento del suolo consumato di quasi 2,5 km2). Nel rapporto infatti si legge che "L’indicatore di consumo di suolo marginale evidenzia� che, in un periodo storico di decrescita della popolazione, regioni con valori alti di consumo di suolo e decrescita demografica restituiscono i valori (negativi) relativi� alla minore sostenibilit�. Si tratta ad esempio di Veneto� e Abruzzo con valori negativi oltre il valore nazionale (-368 contro la media di -295 m 2 /ab), sintomo di consumi di suolo elevati a fronte� di decrescite della popolazione."

Si continua a trasformare il territorio anche nelle�aree protette abruzzesi. Scrivono i ricercatori�"Tra il 2019 e il 2020, le aree protette italiane hanno re gistrato un incremento complessivo del consumo di� suolo pari a 65 ettari, dei quali 17,1 sono concentrati� nella regione Lazio e 8,5 in Abruzzo.".

In particolare, tra tutti i parchi italiani, il Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise � secondo per aumento (4,5 ettari) dopo il Parco dei Sibillini, il secondo peggior dato anche se si tiene conto della superficie (con una densit� di consumo di suolo tra il 2019 e il 2020 di 0,9 m2/ettaro).

In Abruzzo oltre un terzo (esattamente il 35,1%) del suolo consumato (quindi in gran parte edifici, infrastrutture ecc) � localizzato in aree a rischio alluvione, quasi dieci punti percentuali sopra il dato nazionale. Stiamo parlando di�19.000 ettari (cio� 27.000 campi da calcio!)�in aree che possono essere raggiunte da alluvioni. Tra l'altro ben l'8,8% della superficie consumata � nella categoria di maggior rischio (quinta regione in Italia).

La cosa sconvolgente � che si continua a consumare suolo proprio in aree a rischio alluvionale, visto che�tra il 2019 e il 2020 in Abruzzo ben 30,1 ettari (43 campi da calcio) sono stati modificati nelle zone a rischio�(per giunta con un aumento percentuale dello 0,81% maggiore dello 0,73% nazionale).

Un po' meglio (si fa per dire) la quota di suolo consumato in aree�a rischio frana, con�il 12,6% del suolo consumato in una delle varie categorie di rischio, pari a circa 6.600 ettari.�Tra il 2019 e il 2020 in Abruzzo si � continuato a consumare suolo anche nelle aree a rischio frana per ben 29,1 ettari, la seconda regione peggiore in Italia dopo il Veneto per aumento percentuale (il dato abruzzese rappresenta in assoluto il 10% del consumo di suolo nelle aree a frana in Italia nel periodo considerato).

L'Abruzzo � la terza regione italiana dopo Liguria e Marche per occupazione della fascia costiera entro 300 metri dal mare, avendo artificializzato il 36,8% del territorio in quella fascia!�La cosa incredibile � che si continua a consumare suolo proprio in questa fascia visto che tra il 2019 e il 2020 vi � stato un ulteriore incremento dello 0,2% del consumo di suolo, secondo solo a quello del Molise (0,34%).

La stessa ISPRA non si trattiene dall'esprimere la propria costernazione rispetto a questo dato�"Desta preoccupazione il fatto che la densit� dei cambiamenti in fascia costiera sia ancora molto superiore� rispetto al resto del territorio, a livello nazionale e in� quasi tutte le regioni, e che nelle Marche e in�Abruzzo si� siano superati i 7 m 2 /ha di nuove artificializzazioni ogni� ettaro di territorio entro i 300 metri dal mare".

Nel rapporto ISPRA si da spazio ad un approfondimento sulla costa Adriatica di diversi ricercatori (approfondimento "La costa adriatica: lo stress test sud europeo dei processi di consumo di suolo") dove gli autori, dopo aver analizzato i dati, arrivano a sostenere che "Considerando che una tale dinamica si sviluppa in totale assenza di meccanismi di controllo, oltrech� di misura a regia centralizzata, e soprattutto senza al cuna contropartita compensatoria, la crescita di un nuo vo insediamento costiero delle dimensioni paragonabili� a quelle di una citt� come Lecce in sei anni fa emergere� una patologia incontrovertibile, allontanando irrimediabilmente il Paese dagli obiettivi di emanazione europea� sull’azzeramento del consumo di suolo entro il 2050. Tutto ci� inoltre concentrato sulla fascia costiera e� quindi con conseguenze inevitabili, tra l’altro, sulle capacit� di infiltrazione idrica del suolo sia anche sul ruscellamento superficiale, con effetti diretti ed indiretti� sulle dinamiche di trasporto solido dei fiumi e quindi sul la morfodinamica costiera".

Tutti questi dati dovrebbero far riflettere attentamente circa la vulnerabilit� della nostra regione rispetto al rischio idrogeologico e ai fenomeni estremi nonch� alla questione dell'innalzamento del livello del mare a causa del cambiamento climatico.

Vi � di pi�! Il suolo garantisce la possibilit� di stoccare carbonio e di produrre errate alimentari e legname. Inoltre offre altri�servizi ecosistemici fondamentali, giocando ad esempio un ruolo fondamentale sul ciclo delle acque attualmente in forte crisi.

L'ISPRA ha calcolato per l'Abruzzo una perdita di carbonio immagazzinato di circa�200.000 tonnellate� a causa del suolo perso tra il 2006 e il 2020. In Italia la perdita di questi servizi ecosistemici garantiti dal suolo (immagazzinamento di carbonio; produzioni agricole; produzione di legname; conservazione del ciclo idrico), � stata pari ad una cifra tra gli 32 e i 33 miliardi di euro per il suolo perso tra il 2012 e il 2020. Circa 3 miliardi di euro l'anno si perdono solo per gli effetti sul ciclo delle acque, con maggiore ruscellamento superficiale sulle aree antropizzate e mancata infiltrazione con gravi conseguenze sulla ricarica delle falde e sulla disponibilit� idrica, oltre ad averi effetti negativi sul rischio alluvione.

Infine l'ISPRA dedica un capitolo agli effetti del consumo di suolo e altri fattori connessi (erosione ecc.) sulla�qualit� degli habitat. Emerge chiaramente dalle mappe come le aree collinari abruzzesi stiano perdendo progressivamente qualit� a causa del consumo di suolo�che incide appunto sulla qualit� degli habitat.

Per Forum H2O e SOA i dati devono portare, come d'altro lato sottolineato da ISPRA,�a immediati provvedimenti per fermare il consumo di suolo introducendo vincoli chiari senza alcuna possibilit� di deroga.�� desolante constatare che si continua pervicacemente a promuovere la cementificazione del territorio, per giunta in aree fragili e lungo la costa come a�Ortona, dove la proposta di Piano regolatore intende consentire la costruzione di aree immense con centinaia di migliaia di mc di nuovo cemento scommettendo su un fantasioso aumento della popolazione di 1/3 della citt� (!) in un comune che gi� oggi ha una superficie comunale antropizzata ben oltre la gi� disastrosa media italiana, e a�Pineto, dove si vogliono realizzare altri edifici turistici in una delle pochissime aree costiere scampate al cemento.

Davanti ai dati dell'ISPRA e alle immagini provenienti dalla Germania, peraltro simili a quelle di tante tragedie vissute in Italia, queste proposte sono a nostro avviso letteralmente deprimenti e vanno rigettate immediatamente.

Il rapporto � qui:
https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2021/07/Rapporto_consumo_di_suolo_2021-1.pdf

consumo del suolo 2 180721

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