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18/11/2012

Inserito da Antonio | 0 commenti
Il consumo di suolo in Abruzzo va arrestato: la superficie urbanizzata supera i 51.000 ettari, pari a 85.000 campi di calcio. Situazione critica a Pescara e provincia, preoccupanti le province di Teramo e di Chieti

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Il consumo di suolo in Abruzzo va arrestato:

la superficie urbanizzata supera i 51.000 ettari, pari a 85.000 campi di calcio.

Situazione critica a Pescara e provincia, preoccupanti le province di Teramo e di Chieti.

Allarmante la situazione costiera, maglia nera al comune di Pescara.

In Abruzzo 178 Comuni a rischio idrogeologico

35.000 edifici costruiti in aree ad elevato rischio.

Legambiente:

�La politica abruzzese sostenga l’approvazione del ddl “salva suoli” del ministro Catania.

Per la prima volta il suolo viene classificato bene comune e risorsa non rinnovabile

logo legambiente 181112Pescara, 17 novembre 2012 - Una superficie pari a 85.000 campi di calcio: a tanto equivalgono i 51.800 ettari di superficie urbanizzata in Abruzzo.

Dati e numeri ISTAT 2011 elaborati da Legambiente evidenziano lo stato critico� dell’uso del suolo in Abruzzo. La media regionale di cementificazione � del 4,74%, con un tasso di crescita del 9% negli ultimi dieci anni, superiore alla Lombardia (8%) e al Veneto (7,3%). La pi� urbanizzata risulta la provincia di Pescara con il 7% del territorio interessato e un totale di 8.600 ettari; seguono la provincia di Teramo con il 6,10% (11.900 ha), la provincia di Chieti con il 5,88% (15.200 ha); e chiude la provincia dell’Aquila con il 3,08% (15.500 ha).

Tra i Comuni capoluogo, maglia nera al Comune di Pescara, con una superficie urbanizzata pari al 77,36%. Il Comune di Chieti � al 26,68%, il Comune di Teramo all’8,82% e il Comune dell’Aquila il 7,99%. Malissimo i comuni costieri: il 35,07% di costa pescarese � urbanizzata, la costa teramana per il 24,29% e la chietina per il 13,40%.

�Si tratta di dati sottostimati, in quanto l’ISTAT ha preso in considerazione solo i dati relativi ai centri e nuclei abitati e localit� produttive, tralasciando le strade e le autostrade, gli aeroporti e le aree militari – dichiara Luzio Nelli, membro della segreteria regionale di Legambiente - Occorre avviare una seria riflessione sulla pianificazione e sugli strumenti di tutela a partire dal piano paesistico e dalla legge sull’edificabilit� dei suoli. In Abruzzo si � costruito troppo, e spesso male: per il futuro occorre puntare al massimo alla riqualificazione ed alla ristrutturazione dell’immenso patrimonio edilizio esistente�.

Legambiente plaude all’iniziativa intrapresa dal Ministro Catania che ha depositato in parlamento la proposta di legge “salva suoli” e che luned� 19 novembre 2012 parteciper� alla 6� Convention delle Imprese organizzata da Confindustria Abruzzo.

�L’iniziativa del Ministro � unica e mai intrapresa in Italia, di alto valore culturale, e pone finalmente freno ai tentativi di speculazione e cementificazione dei suoli agricoli. Per la prima volta il suolo viene classificato quale bene comune e risorsa non rinnovabile – dichiara Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo – La proposta di legge, inoltre, introduce il divieto per i comuni di utilizzare le risorse derivanti dagli oneri di urbanizzazione per la copertura delle spese correnti; una soluzione che disinnesca il meccanismo del fare cassa cementificando il territorio�.

La proposta del ministro Catania, sostenuta dal Governo e dalle Regioni, � ora all’esame del Parlamento che ha ancora i tempi necessari per convertirla in legge e renderla efficace.

�Occorre saper cogliere l’innovazione apportata dal Ministro: arrestare il consumo di suolo � un dovere in un’Italia fragile e dissestata – concludono Nelli e Di Matteo – Tutti devono assumersi le responsabilit� ed invitiamo le forze politiche e parlamentari abruzzesi a sostenere ed approvare la proposta di legge anche per il nostro Abruzzo che annovera 178 comuni a rischio idrogeologico con 35.000 edifici costruiti in aree ad elevato rischio�.

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