UNIVERSITA', AZIONE UNIVERSITARIA: SUI TEST DI MEDICINA IL MINISTRO FACCIA CHIAREZZA
Non ne possiamo pi� di questo eterno valzer del Ministro, dichiara Vittorio Guastamacchia, Dirigente Nazionale di Azione Universitaria.
Chiediamo chiarimenti al Ministro dell’Istruzione a proposito delle sue dichiarazioni, secondo le quali nel 2015 il test di accesso per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia sar� basato sul “ modello francese”.
Come possono le strutture delle facolt� di Medicina, ospitare un numero di studenti che si aggira intorno ai 90 000? Come sarebbe possibile gestire ed organizzare lezioni ed attivit� formative?
“Riteniamo che l’ammissione al primo anno di Medicina di tutti quelli che vogliono intraprendere la professione possa mettere in crisi le Universit� e ridurre la possibilit� di accesso alla studio di qualit�. La proposta della Giannini potrebbe distruggere la formazione che viene fatta nel primo anno”.
Troviamo l’affermazione una semplice trovata elettorale che non ha portato al Ministro i frutti sperati .
Inoltre, come si pensa di trasportare un impianto , basato su di un modus operandi tanto lontano dal nostro, che parte da un serio orientamento nelle scuole superiori.
Infine, resta aperto l'annoso problema della condizione degli specializzandi che versano da anni in condizioni di lavoro ed economiche inadeguate e nonostante questo svolgono un'attivit� senza la quale il SSN non porterebbe reggere.
Dichiara Giovanni Luca Bufo (Presidente di Azione Universitaria Chieti-Pescara) che il "sistema-medicina" vada riformato nella sua interezza e nell'ambito di una riforma pi� ampia del sistema sanit�.
Da sempre ci battiamo per la laurea abilitante,con l'eliminazione di un esame di stato inutile,una maggiore valorizzazione dei tirocini e una riforma dell'accesso alle scuole di specializzazione.
Se proprio dobbiamo guardare ai "modelli francesi" dovremmo importarne la parte pi� "sana",ovvero quella relativa all'accessibilit� alle scuole di specializzazione.
Invitiamo il Governo e il Ministero dell’Istruzione a valutare tutti i limiti e gli svantaggi dell’applicazione del “metodo francese” e a pianificare un adeguato stanziamento fondi per programmare un percorso post-laurea di qualit� e accessibile ai meritevoli e ai capaci.