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14/03/2013

Inserito da Antonio | 0 commenti
Confartigianato lancia un Osservatorio contro i cattivi pagatori delle imprese

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Confartigianato lancia un Osservatorio contro i cattivi pagatori delle imprese.

logo confartigianato chieti 140313Una piattaforma telematica dove le imprese potranno trovare informazioni utili per far rispettare la legge in materia e avranno la possibilit� di segnalare chi continua a pagare in ritardo. Confartigianato istituisce un Osservatorio contro i cattivi pagatori delle imprese in virt� del recepimento della Direttiva Comunitaria da parte del governo nazionale con d.lgs. 192/2012 che impone sia alla Pubblica Amministrazione che tra i privati pagamenti entro trenta/sessanta giorni per le transazioni commerciali concluse a decorrere dal 1� gennaio 2013. Invece, purtroppo, la realt� � ben diversa. I problemi maggiori vengono lamentati dalle imprese nei rapporti di lavoro stipulati con gli enti pubblici. Che, a quanto pare, continuano a non pagare le aziende nei termini previsti dalla legge. Emblematico il caso della Provincia di Chieti che ha cumulato ritardi nei pagamenti alle imprese per 18 mesi. “Un problema reale -spiega Roberto Mancini, presidente provinciale Confartigianato Chieti- in quanto le imprese, specie in un momento di congiuntura economica negativa del genere, hanno estremamente bisogno di liquidit�”. L’esatto contrario di ci� che avviene con danni evidenti a carico delle imprese. “Superati i sessanta giorni del mancato pagamento scattano interessi pari all’8% che -aggiunge Mancini- fanno lievitare di molto i costi che le imprese sono chiamate a sostenere. Bisogna subito invertire la rotta”. Da qui l’idea di istituire un vero e proprio Osservatorio che, se necessario, render� pubblici di volta in volta i nomi dei cattivi pagatori. “Le imprese- riprende Mancini- potranno interagire con noi, trovare consigli utili al fine di ottenere pagamenti in tempo e, soprattutto, segnalare chi fa il furbo. Per rimettere in moto l’economia � fondamentale che ognuno faccia il suo nel rispetto della legge. Le imprese non sono delle banche.”

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