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18/04/2023

Inserito da Antonio Calabrese | 0 commenti
I fornitori ospedalieri manifestano a Roma per contestare il payback sui dispositivi medici

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bcc 190423

Centinaia di imprenditori aderenti alla FIFO - Federazione Italiana dei Fornitori Ospedalieri e alla�PMI Sanit�,�in rappresentanza degli oltre 100mila addetti del settore, hanno manifestato�insieme ai loro dipendenti in Piazza della Repubblica a Roma il 17 aprile scorso per contestare il payback sui dispositivi medici.�

La controversa misura del payback � stata introdotta nel 2015 dal governo Renzi ma per anni � rimasta inapplicata fino al licenziamento dei decreti attuativi posti in essere dal recente governo Draghi. Tale norma prevede che ai fornitori di dispositivi medici venga chiesto di rimborsare il 50 per cento del superamento degli scostamenti dal tetto di spesa regionale per l’acquisto di dispositivi medici.

Tale strumento � stato fin da subito contestato dalle imprese del settore che hanno ritenuto incomprensibile ed inaccettabile che debbano essere le stesse imprese private a ripianare una parte dei debiti per l’acquisto dei dispositivi medici generato dalla pubblica amministrazione, debito che, per inciso, ammonta a circa 2,1 miliardi di euro per le sole annualit� dal 2015 al 2018.

Lo scorso 28 marzo il Consiglio dei Ministri ha stanziato circa 1,1 miliardi di euro in favore delle Regioni per limitare l’impatto del payback sui dispositivi medici sulle aziende del settore. Questa misura viene comunque ritenuta insufficiente dalle aziende che evidenziano criticit� e rischi di questo meccanismo.

ivan pantalone 190423

Ivan Pantalone, Presidente di ASFO Sanit� Abruzzo-Molise (Associazione Fornitori Ospedalieri) - “Riteniamo fondamentale il superamento della norma sul payback dei dispositivi medici in quanto, a nostro modo di vedere, nella sua iniquit� ed incostituzionalit� di base, genererebbe delle conseguenze catastrofiche sulle aziende e di conseguenza sull’intero sistema sanitario pubblico. Il nostro settore � composto da circa 4.500 aziende, il 95% delle quali di piccole o medie dimensioni, che occupano circa 118.000 addetti. Con la FIFO, la Federazione Italiana dei Fornitori Ospedalieri di cui siamo parte integrante, abbiamo stimato che la stragrande maggioranza delle nostre imprese associate non sopravviverebbe al pagamento di quanto richiesto, con conseguenze irreparabili sulla tenuta dell’intero comparto dei dispositivi medici. L’entit� degli importi richiesti � assolutamente insostenibile per la maggior parte delle aziende, poich� le somme richieste rappresentano in moltissimi casi addirittura l’80-90% dell’intero fatturato annuale. Nella realt�, il profilarsi di una norma che sembrava troppo assurda per poter mai essere applicata, si sta traducendo in una crisi senza precedenti che mette a rischio fallimento un settore strategico come quello dei dispositivi medici e pu� generare gravissime conseguenze sullintero Sistema Sanitario Nazionale. Abbiamo riscontrato che per la stragrande maggioranza delle piccole e medie imprese, lo “sconto” di circa 1,1 miliardi di euro stabilito dal governo non comporterebbe alcun tipo di differenza sotto il profilo economico, non scongiurando il rischio fallimento e mandando in tilt le forniture di dispositivi medici agli ospedali. Come Associazione siamo da sempre a favore di un’ottimizzazione della spesa per i dispositivi medici e ci siamo sempre impegnati per un costante miglioramento dell’offerta. Questi sani principi, per�, non possono e non devono tradursi in distorsioni come quella del payback.”

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