18/09/2012
�La Sixty spa nel 2006 fatturava quasi 700 milioni di euro, produceva e distribuiva nel mondo oltre 20 milioni di capi d’abbigliamento, ma nel 2010 le produzioni dello stabilimento di Chieti vengono trasferite in Cina e in altri paesi dove la manodopera costa poco, di fatto abbassando la qualit� del prodotto e perdendo le competenze (aziendali e dell’indotto) di chi per anni ha lavorato duramente per far crescere l’azienda.
Sindacati e lavoratori hanno chiesto ripetutamente chiarimenti al nuovo proprietario, la societ� d’investimenti panasiatica Crescent Hyde Park con sede legale alle isole Cayman (?),� riguardo il piano industriale (che oltre alla cassa integrazione prevede 170 esuberi) e l’accordo con le banche ( la societ� ha un debito di circa 300 milioni di euro), senza ottenere risposta. Il comportamento della propriet� � a dir poco criminale, il timore � che saranno i lavoratori a pagare la crisi di un’azienda le cui scelte imprenditoriali degli ultimi anni hanno aggravato fino a portarla alle attuali condizioni, con il rischio concreto di arrivare alla chiusura dello stabilimento teatino e alla perdita del posto di lavoro per oltre 400 lavoratori. L'incontro previsto� il 14/09/2012 a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico, richiesto dal presidente della Provincia�Enrico Di Giuseppantonio e dal sindaco di Chieti Umberto Di Primio a cui erano sono stati invitati anche l’amministratore delegato di Sixty spa Pietro Bongiovanni e le Segreterie nazionali di Femca Cisl, Filctem Cgil, Uilta Uil, � stato annullato per volere di SIXTY SPA. E’ gravissimo il rifiuto al confronto e la mancanza di risposte da parte della Crescent Hyde Park, che al momento dell’acquisto dichiar� “l’intenzione di voler supportare il management di Sixty nel rilancio e nello sviluppo internazionale”. Ad oggi sembra evidente che i fatti smentiscono le parole. Il caso della Sixty pu� essere considerato a tutti gli effetti un caso nazionale se, come dichiarato dal ministro Passera e dal presidente del consiglio Monti, il governo intende fare del made in Italy “il volano del rilancio economico del paese”.Sinistra Critica Chieti e Partito della Rifondazione Comunista Chieti sostengono la lotta e le iniziative dei lavoratori Sixty e dei loro rappresentanti e propongono un incontro generale delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati in tutte le vertenze del territorio, ma anche di tutte le cittadine e i cittadini, per una ridefinizione degli obbiettivi comuni e delle lotte da intraprendere per una chiara e democratica soluzione della crisi.
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Sinistra Critica - Chieti
Partito della Rifondazione Comunista - Chieti