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23/04/2013

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Lettera aperta del segretario politico di Giustizia Sociale, Bruno Di Paolo, ai Capigruppo consiliari del comune di Chieti ed ai Segretari cittadini di partito

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Lettera aperta del segretario politico di Giustizia Sociale, Bruno Di Paolo, ai Capigruppo consiliari del comune di Chieti ed ai Segretari cittadini di partito.

***

Chieti, 22 �aprile 2013

������� Carissimi,

mi rivolgo a voi, rappresentanti delle realt� politiche cittadine di ogni matrice, in un momento delicato quale la nostra amata Chieti non ha forse mai conosciuto nella storia repubblicana.

di paolo 230413Lo faccio con �la certezza che anche voi come me vi starete chiedendo cosa poter fare (e con quali strumenti)� per arrestare un processo di gravissimo degrado sociale, economico e culturale che sta emarginando la nostra citt� relegandola in posizioni di second’ordine nell’ambito regionale. �

E’ evidente ormai anche ai pi� orbi osservatori della scena pubblica come la nostra citt� sia ostaggio da tempo di un drammatico immobilismo amministrativo.

Questo in ragione del fallimento della missione assunta dal Sindaco al tempo della campagna elettorale, in cui ci regal� il sogno, rimasto tale, di una citt� nuova, pi� viva e pi� vivibile, con un aumento del tenore di vita e una soluzione dei suoi pi� annosi problemi. Era difficile non rimanere affascinati da un progetto simile, tanto che l’elettorato rivers� un largo suffragio sulla sua persona e sulle coalizioni che lo sostennero.

Ma dal quel giorno le cose hanno preso una piega ben diversa e persino la capacit� attrattiva del primo cittadino � via via evaporata al pari del sogno di una Chieti da questi immaginata "DI PIU’".

Infatti, la realt� d'oggi parla di una citt� economicamente in ginocchio e senza una prospettiva futura; parla dell’incapacit� dell’Amministrazione di scongiurare la chiusura dell’Ospedale militare, che abbandona Chieti dopo 142 anni; parla dell’addio alla citt� del 123� Fanteria, per decenni strumento di sostentamento degli esercizi commerciali locali; parla della crisi senza sbocchi della Sixty e del dramma dei dipendenti della ex Burgo; parla dello scempio del parcheggio che fa da cornice al Duomo nel salotto di Piazza San Giustino; parla di una Scalo in gravissimo affanno occupazionale e di un centro storico che va svuotandosi di ogni funzione, parla dell’incapacit� di Sindaco e Giunta di essere interlocutori autorevoli delle altre amministrazioni, ultima testimonianza ne sia la suddivisione dei fondi regionali per la cultura nella variazione di bilancio dei giorni scorsi: al Teatro Marrucino sono arrivate solo le briciole, 300 mila euro che sono quasi un insulto per un’Istituzione tanto gloriosa, nonostante siano di Chieti il Vice Segretario Regionale del PDL Fabrizio Di Stefano e l’Assessore Regionale all’Agricoltura Mauro Febbo . E l’elenco potrebbe continuare ad oltranza.
In buona sostanza ci troviamo di fronte ad un’autentica dimostrazione di incapacit� amministrativa, priva di progettazione a medio e lungo termine, senza obiettivi concreti da poter centrare.
Una navigazione a vista che ci espone ad enormi rischi anche in materia contabile dove proprio la mancata programmazione potrebbe determinare ogni momento il salasso delle casse comunali
.

Tutti noi, impegnati nella cosa pubblica, siamo posti oggi dinanzi ad un bivio.
Da un lato c’� una strada, �certamente comoda, �che ci permetterebbe di sfruttare politicamente la situazione in cui versa la citt�, mettendo in imbarazzo quotidianamente Sindaco e Giunta Comunale, cavalcando il malcontento popolare ed approfittandone per un tornaconto elettorale futuro.
Dall’altra, mettendo da parte gli interessi personali politici per il bene della citt�, vi � l’opportunit� di assumere una funzione di responsabilit� collettiva con un accordo di fine consiliatura tra tutte le forze politiche, basato su pochi ma concreti punti programmatici.
Personalmente sono dell’avviso che la gente non accetterebbe di andare al voto, stufa com’� di vedere i politici dividersi su questo e su quello e di sentire promesse.

La seconda strada apparirebbe invece agli occhi dei cittadini come una assunzione di consapevolezza da parte della politica di quelle che sono le esigenze concrete della nostra collettivit� e, in pari tempo, una apprezzabile atto di umilt� da parte del Sindaco finalizzato ad arrestare lo sbando amministrativo e, forse, la catastrofe per la nostra citt�.

E’ evidente, converrete con me, �che bisognerebbe partire da un azzeramento della Giunta Municipale, responsabile della palude in cui ci troviamo, e la sua contestuale sostituzione con una squadra di responsabilit� costituita da un rappresentante di ogni gruppo consiliare, che non percepirebbe alcuna indennit�.

Un gentlemen agreement, una giunta di lealt� e responsabilit� che lavorerebbe a titolo gratuito.

Al sindaco si affiancherebbero due nomi di alto profilo: uno di area PD, in quanto maggior partito dell’opposizione, ed un altro da scegliere collegialmente. Entrambi lo accompagnerebbero e, ancor meglio, lo consiglierebbero quotidianamente nella guida della citt� e nelle scelte pi� importanti.

Pi� che “commissariamento del Sindaco” lo definirei� una sorta di triumvirato sostenuto da un gruppo di saggi in rappresentanza di tutte le aree politiche presenti in Consiglio nonch� del M5S, espressione non emarginabile di tanta parte del corpo elettorale teatino.

Questa soluzione di collettiva assunzione di responsabilit� da me avanzata potrebbe essere giudicata da qualcuno come velleitaria se non demagogica; �essa invece, se ci riflettete bene, �e’ semplicemente anticipatrice di un percorso politico nuovo, come gli avvenimenti nazionali di queste ultimissime ore e i richiami del presidente Napolitano stanno a testimoniare.

Sono sicuro che questa mia proposta� di sederci intorno ad un tavolo per gettare le basi su un percorso di fine consiliatura, che potremmo definire “di larghe intese politiche” sar� da Voi tutti valutata in maniera approfondita per provare a ridare dignit� e qualche piccola speranza alla nostra amata citt�.

In attesa di conoscere �il vostro pensiero in merito, �vi saluto cordialmente

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���������������������������������������������������������� Dott. Bruno Di Paolo



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