La permanenza di una chirurgia per piccoli interventi programmati, che alleggeriscano le liste d'attesa della Asl, e' il nodo dello scontro in atto -alla Regione- tra Mau, Olivieri, Muraglia, comitato cittadino, da un a parte; e D'Alfonso, Paolucci, Mascitelli, dall'altra.�
� " La risposta di Paolucci -dice Giulio Borrelli, capogruppo del Movimento per Atessa Unita- e' insufficiente. Per una chirurgia ambulatoriale di buon livello, se deve essere cinque giorni a settimana per smaltire le liste d'attesa, nell'interesse anche di Lanciano, ci vogliono almeno due sale operatorie ben attrezzate. Se si vuole far fronte alle esigenze di un territorio, che e' il centro di convergenza di una zona industriale sviluppata e di un entroterra pedemontano disagiato, vanno accantonate ipotesi al ribasso.
� �Resta il comportamento di Flacco che, mentre si sta svolgendo un confronto alla Regione sul futuro dell'ospedale, �porta via furtivamente la gran parte degli impianti chirurgici, violando la legge. Su questo indaghera' la magistratura in seguito alla nostra precisa denuncia. Aggiungo -conclude Borrelli- che, dal punto di vista politico e del metodo, e' come se, nel corso di una trattativa tra i sindacati e un'azienda sulla chiusura di una fabbrica, il padrone portasse via i macchinari. C'e' l'aggravante, nel caso di Atessa, che Flacco non e' il padrone dell'ospedale. Scorrettezze e comportamenti illegali si mescolano, purtroppo, in questa vicenda".