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25/05/2020

Inserito da Antonio Calabrese | 0 commenti
Uniti per Atessa: 'La nostra proposta sull'ospedale del territorio pu� essere integrata, ma non stravolta. Le conseguenze le pagherebbero i cittadini'

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mites 250520

Uniti per Atessa: "La nostra proposta sull'ospedale del territorio pu� essere integrata, ma non stravolta. Le conseguenze le pagherebbero i cittadini"

�� Sarebbe bello poter aver ci� che si brama solo esprimendo un desiderio o con lo schioccare delle dita, ma la realt� � un’altra e, soprattutto, quella attuale non permette voli pindarici, fughe in avanti, �ed esige concretezza e lealt�.

�� L’ospedale di Atessa, come � noto, dopo lunghe e faticose battaglie, combattute dall’amministrazione comunale con l’appoggio dei sindaci del territorio, � stato ricompreso nella programmazione della rete ospedaliera abruzzese e, nel 2018, �il San Camillo de Lellis � stato qualificato come ospedale di zona disagiata. Oggi, dopo la istituzione di un reparto Covid, e passata l’emergenza pi� grave, � necessario e improrogabile che l’ospedale torni ad avere quanto tolto e trasferito dopo la nuova "specializzazione" assegnatagli dalla Asl chietina. �

�� L’inserimento di Atessa nella rete ospedaliera, con le caratteristiche ben note, �non � stata la conquista estemporanea di un pomeriggio, ma il risultato di battaglie e tavoli di lavoro che - in un dinamico confronto con il governo centrale e regionale- � durato due anni e non pu� e non deve, soprattutto in questo delicato momento, porsi nella rischiosa posizione di essere “sfrattato” per far posto a un lazzaretto di manzoniana memoria.

�� La proposta avanzata, di recente, dall'amministrazione comunale, si basa su quanto prevede l’art. 2 del decreto-legge “Rilancio Italia”: se il San Camillo deve avere anche un Covid Hospital, va dotato di tutti i reparti necessari e di personale medico ed infermieristico specializzati. E, nella stessa struttura, devono convivere unit� e reparti ospedalieri “non Covid”, separando i percorsi con adeguati investimenti. Non si tratta di riportare indietro solo la lungodegenza -nessuno di noi ha mai detto questa sciocchezza- bens� tutto quello che � previsto nella vigente programmazione. Vale a dire: pronto soccorso h.24 con radiologia e analisi, medicina, lungodegenza, area chirurgica per interventi programmati, endoscopia, poliambulatori, etc. E va� anche prevista la presenza, in questa struttura, della Riabilitazione ospedaliera.

�� Nell'attuale contesto territoriale e epidemiologico, gi� evidenziato in una approfondita indagine dell'agenzia sanitaria regionale, allegata alla delibera di area disagiata per Atessa, � prioritario assicurare alla cittadinanza di un vasto comprensorio una graduazione di prestazioni fondamentali �e di impatto �primario per le patologie a pi� alta incidenza, subordinando ad esse quelle che, ad esempio, non rientrano nella griglia dei LEA .

� Il progetto di un IRCCS per la medicina del lavoro e per lo sport, pur rappresentando una buona idea per il futuro, oggi appare del tutto� stridente con le esigenze� primarie della popolazione, anche alla luce della recente pandemia. Se ci sono idee chiare e precise, noi siamo sempre pronti a discutere e integrare la nostra proposta, ma non possiamo affidarci alla estemporaneit�.

�� Chiediamo a tutte le forze politiche, ai cittadini e ai sindaci dei paesi limitrofi, che ci sono stati accanto in questa battaglia, di continuare nella battaglia, cominciata insieme, e finalizzata ad avere un Ospedale al servizio del territorio per il bene di tutti i cittadini. Non possiamo permetterci di perdere questa occasione, mettendo in discussione il percorso fatto finora, prestando il fianco a coloro che hanno ostacolato (e continuano ad ostacolare) un futuro importante e �dignitoso del San Camillo de Lellis all'interno della rete ospedaliera abruzzese.�

ospedale atessa 250520

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