04/06/2020
�Nonostante le spiegazioni date e i documenti mostrati, c’� chi continua ancora a mistificare le cose. Va, allora , chiarito che la disponibilita' data, agli inizi di marzo, dal sindaco di utilizzare temporaneamente i reparti dismessi dell'ospedale “San Camillo de Lellis” per ospitare i pazienti in quarantena, e forse affetti da Covid, e' stata data in forza del ruolo di autorita' locale di protezione civile, figura fondamentale del sistema di protezione civile, che assume la direzione dei servizi di emergenza che insistono sul territtorio, nonche' il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita, anche mediante il censimento e la messa a disposizione di strutture, mezzi, attrezzature ed uomini per fronteggiare l'emergenza. Uno dei requisiti di un efficace ed efficiente� sistema di protezione civile consiste nella rapidita' delle decisioni e nella scelta delle soluzioni piu' adeguate a fronteggiare l'emergenza. Il sindaco, quale autorita' di protezione civile, assume responsabilita' dirette anche di natura civile e penale. Ora, i nostri avversari, forse a digiuno di diritto amministrativo e costituzionale, e della legge sulla protezione civile, su esplicita richiesta di ricognizione di strutture sanitarie disponibili avviata dal Dipartimento regionale della protezione civile, avrebbero voluto che il sindaco si sottraesse ai propri doveri o si aprissero infinite ed inconcludenti discussioni in Consiglio Comunale , con le quali si risidegnasse la sanita' nel nostro territtorio, decidendo interventi e reparti da assegnare all''ospedale di Atessa, a quello di Lanciano, di Vasto e di Ortona. Teoria alquanto bizzarra, fuori da qualsiasi logica e irrealizzabile. Anche la successiva richiesta dei sindaci del territorio di chiedere la terapia intensiva, non e' mai stata formulata per trasformare il nostro ospedale in un esclusivo Covid hospital. Innanzitutto la terapia intensiva non e' stata, finora,� mai realizzata e quindi questo non giustifica affatto lo smantellamento in 48 degli altri reparti.� Poi, in ogni caso, era proposto come reparto in aggiunta alle unit� ospedaliere e ai servizi distrettuali per la cura delle altre patologie, secondo percorsi separati che erano stati indicati� fin dall'inizio nella lettera del sindaco e di Flocco, in perfetta aderenza e sintonia con� quanto ora contenuto nell'art� 2 del recente decreto-legge “Rilancio Italia”.